Sapere quanto siamo felici non è come conoscere il proprio numero di telefono. Alla domanda "sei felice?" cercheremo una risposta concentrandoci sull'aspetto che in quella particolare situazione ci salta maggiormente all’occhio, e che tenderà a pesare incomparabilmente più di tutti gli altri. Trascureremo così il modo in cui ciascuno di noi, felice o infelice che sia, si adatta alle nuove circostanze, ritornando in modo omeostatico al "livello di felicità ordinario".
Il processo di focalizzazione può essere insidiosamente orientato. Prendiamo il seguente caso, di disarmante banalità. Ad alcuni studenti di un college americano è stato chiesto di rispondere a queste due domande: "Quanto sei felice della tua vita in generale?" e "Quante volte sei uscito con una ragazza il mese scorso?". La correlazione tra le due domande era trascurabile quando si presentavano nell'ordine appena visto, ma saliva allo 0,66 quando la domanda relativa agli appuntamenti sentimentali veniva posta per prima. Il riferimento alle ragazze evoca automaticamente una valutazione della propria soddisfazione in quel campo della vita, su cui l'attenzione dell'intervistato si focalizza, restandone ancorata anche quando egli debba far fronte alla successiva domanda sulla felicità.
L’evidenza sperimentale farebbe pensare che gli individui non abbiano né valori né preferenze ben salde. Valori e preferenze diventano piuttosto accessibili solo nel momento stesso in cui ne andiamo alla ricerca nella nostra mente; e sono inevitabilmente influenzati – e influenzabili – da questo processo.
Ma se così è, allora come facciamo a misurare "scientificamente" la felicità?
Kahneman insieme a un gruppo di economisti sperimentali di primo piano – in un articolo pubblicato nel 2006 sulla rivista Science) – aveva documentato un metodo semplice ed efficace con il quale misurare in tempo reale e su valutazioni istantanee la sensazione dello star bene in centinaia di soggetti in base all'esperienza vissuta, quindi non solo in base a ricordi, resoconti o supposizioni. Il metodo ha un acronimo, ESM-Experience Sampling Method, ed è stato progettato per il campionamento delle esperienze che proviamo momento per momento. Si avvale di una sorta diHolter (quell'apparecchio impiegato a scopi diagnostici che registra le variazioni del ritmo cardiaco e della pressione arteriosa nell’arco di ventiquattr'ore), costituito da un piccolo palmare che a intervalli regolari invita a premere un tasto per rilevare uno stato d'animo (e la sua intensità): rabbia, gioia, ansia, eccitazione, noia, tranquillità, frustrazione eccetera. Tra le varie cose, l'analisi con l'"Holter della felicità" suggeriva che guidare da soli nel traffico, fare i pendolari e avere rapporti difficili sul lavoro sono esperienze che incidono moltonegativamente sul nostro livello di benessere. Mentre momenti di relax, sesso, una cena con amici, preghiera o meditazione, attività fisica, cucinare e fare shopping sono tra gli episodi di massimo benessere.